lunedì 18 novembre 2013

Questioni metafisiche

L'altro giorno hanno bussato alla mia porta due testimoni di Geova.
A dispetto della fama che li precede, ho sempre trovato che siano persone a modo. Le loro visite, infatti, non mi hanno mai disturbato più di tanto: insomma non sono mai risultati invasivi quanto, ad esempio, i poveri impiegati dei call center, che se non vengono mandati a quel paese con le brutte non mettono giù; o quanto la direzione commerciale di alcune case automobilistiche, che di recente mi hanno tormentato di chiamate ad ogni ora del giorno, tutti giorni, per un bel mesetto, per il sol fatto che avessi fatto dei preventivi in concessionaria.
Dicevo quindi che i testimoni di Geova sono persone per bene: hanno bussato, ho detto che non mi interessava, mi hanno chiesto il permesso di lasciarmi un volantino e hanno cortesemente salutato. Un gradino sopra quelli di Lotta Comunista, che passano da casa per vendere il giornale e però pretendono di parlare di capitalismo finanziario mentre hai la frittata sul fuoco.
Ho letto per curiosità il volantino che mi è stato lasciato: un misto di illustrazioni da manualetto del catechismo, citazioni pseudo-colte della Bibbia, sondaggi.
Ma soprattutto una domanda inquietante a fare da titolo: "I morti possono tornare a vivere?". Ora mi chiedo: fra tutte le questioni metafisiche che un rito può porsi e porre... non ce n'era una più accattivante, più urgente, più spendibile nella vita di tutti i giorni?
Cioè, se proprio dovessi entrare in crisi mistica e sentire il bisogno irrefrenabile di abbandonarmi ad una confessione, secondo loro partirei proprio da lì? Da quella domanda? La scelta mi è parsa davvero infelice, soprattuto se si considera che hanno da poco ripreso a trasmettere le puntate di The walking dead. 

1 commento:

  1. Eheheh! Vedi che non bisogna mai fermarsi alla superficie delle cose?
    E solo il caso ha voluto che in tale frangente non avessi la frittata sul fuoco, il danno più la beffa. :D
    l

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