sabato 22 giugno 2013

Contro i balli di gruppo

Alcune confutazioni alla tesi per cui i balli di gruppo sarebbero un momento di divertimento (per di più aggregante).
Innanzitutto non sono “balli”: il termine indica chiaramente movimenti del corpo “a tempo di musica”, non aritmici scossoni prodotti, da fermi, sballottando le anche, dimenando le mani come se si fosse in mare e si chiedessero soccorsi e scalciando come se una serpe si accanisse affamata sui polpacci.
In secondo luogo questi pseudo-riti non sono affatto “di gruppo”: ognuno balla da solo, nei balli di gruppo. Ci si guarda in gruppo, questo sì, mentre si suda, provando a imitare chi dimostra un minimo di coordinazione e soffermandosi incuriositi (nel bene e nel male, per carità) a esaminare chi indugia con le dita su qualche pancia.  

2 commenti:

  1. ballo di gruppo per me si associa a latinoamericano. la morte civile insomma

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  2. già. ma forse il peggio si raggiunge quando partono i village people...
    bel blog, Francesco, ti seguo sempre volentieri.

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