Ciao Diane,
domenica sono stato al Brasimone con la mia compagna e una
coppia di carissimi amici: ci siamo fermati a mangiare al ristorante “da Gilberto”.
Abbiamo chiesto un tavolo “panoramico”, in una loggetta coperta che si affaccia
sulla diga: da lì potevamo ammirare i monti che abbracciano il lago, coi loro boschetti di abeti, sulla strada nazionale che porta da Castiglione dei Pepoli e
Camugnano.
L’ambiente è caldo e accogliente: preziose bottiglie e vecchi arnesi della civiltà contadina adornano le pareti protette dal legno, come si vede spesso nei locali di montagna. Una splendida giornata di sole ci ha permesso di
alzarci da tavola e uscire a fumare dopo ogni portata, approfittando della cortesia della cameriera che si occupava di noi, brava e gentile nel suggerirci i piatti giusti, in qualità e quantità. Il vino della casa è un sangiovese
che si lascia bere con gusto: ma io dovevo guidare e allora mi sono lasciato tentare da quella bevanda gasata, piena zeppa di zucchero e caffeina, in lattina rossa con scritta bianca, dalla quale sto cercando di separarmi. Per antipasto ci è stato servito un tagliere con
quattro salami diversi, da affettare, un piatto di crudo e uno di sottoli. Ho
dovuto trattenermi dal pane, Diane, ma ne è valsa la pena, perché
all’antipasto è seguito un tris di primi composto da tagliatelle al ragù di
funghi, tortelloni ricotta e spinaci conditi con burro e salvia e lasagne:
tutti buoni, per la morbidezza della pasta fatta in casa e dei condimenti
saporiti. Mentre il locale iniziava a svuotarsi (ho il viziaccio di pranzare
sul tardi, se ti ricordi), sono arrivati anche i secondi: abbiamo rinunciato alla
classica grigliata mista, in favore del pollo e delle costolette d’agnello
fritti. Deliziosi entrambi: credevo sarebbero stati più pesanti. Li abbiamo accompagnati con patate al
forno e verdure grigliate, preparate con la cura che merita un contorno che
deve essere buono e non fare solo scena. Al momento del dolce gli altri si sono tuffati
in un semifreddo al mascarpone ricoperto di cioccolato caldo, mentre io ho
preferito la tenerina con crema di mascarpone. Buono il caffè, meno la grappa, non ho assaggiato (e ci mancherebbe!) il limoncello. Dimmi tu: 33 euro a testa, non poco,
lo so, ma nemmeno tanto. Bisognerà tornarci, dicono che lì la carne alla brace
sia ottima e, quando è stagione, non si possa saltare l’appuntamento coi
porcini.
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