martedì 8 ottobre 2013

Elogio del caffè americano

Da quando ho visto Twin Peaks, più o meno in primavera, non faccio altro che pensare al "black coffee" in tazza grande, bollente. Lo so, i miei desideri sono modesti, ma così è. Forse si tratta di "desiderio triangolare": desidero quel tipo di caffè perché nella serie tv Annie, la splendida fanciulla di cui si innamora l'agente Cooper,  lo serve con una grazia impareggiabile. Che ne so. Del resto Graham Heather, l'attrice che interpreta Annie, è del '70, e si è fatta decisamente bruttina. 
Ricordo che, quando lavoravo come cameriere ai coffee-break in un prestigioso hotel bolognese, spesso e volentieri servivo "caffè americano" agli ospiti stranieri: era davvero buono, amaro, allungato con un filo di latte.
Ho così deciso di provare a farlo da me, il "black coffee", con la mia macchina espresso. E i risultati sono più che discreti.
Per condividere la mia soddisfazione con il maggior numero possibile di appassionati, divulgo i miei esperimenti: fatevi il vostro espresso in tazza grande, scegliendo una miscela non troppo "forte". Nel frattempo portate ad ebollizione un bicchiere d'acqua, che verserete nella tazza con l'espresso.
Quindi posate la tazza e godetevela con calma: resterà calda per un quarto d'ora buono.

4 commenti:

  1. E a questo punto..
    Ecco, mi sono appena fatto un "caffé all'americana".
    Anche io stravivo per questa delizia (desideri triangolari a parte, Twin Peaks a parte), e in inverno sono solito portarmi a lavoro un thermos pieno di caffé. Ma quale caffé? Io mi preparo, solitamente, quello che si chiama "caffé filtrtro". E lo faccio la la più sputtanata marca di caffé solubile presente sul mercato italiano. Senza vergogna.
    La ricetta da te indicata è quella propriamente per il caffé all'americana.
    Ma cosa bevono a New York, in quelle caffetterie dove si fa di tutto, e tutti sono sempre seduti attorno a un tavolo quadrato, chi mangia eggs and bacon, chi beve una birra dalla bottiglia, chi fa i rutti, chi esce e chi entra nel cesso, chi sta lì con indolenza da mezz'ora e la cameriera gli travasa quel liquido nero, asciutto, spontaneo, quasi innocuo -sembrerebbe- gli travasa, dicevo, per la quarta volta il caffé dalla brocca nel tazzone?
    Più o meno la stessa bevanda che consuma chi attraversa le strisce pedonali, corre a lavoro dopo la pausa pranzo, porta il cane al parco, e immancabilmente fa il poliziotto ed è in sosta con il collega.
    Bevono tutti il caffé che fanno in America.
    Ma per saperne di più?
    "Fenomenologia del caffé americano".
    http://america24.com/news/fenomenologia-del-caff-americano?refresh_ce

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    1. esatto. il localaccio sulla statale, con i divanetti anni '80 attorno ad un tavolo rettangolare e la cameriera che passa a riempire le tazze vuote. prima o poi li visiterò.

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  2. Graham Heather? Bruttina?

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    1. ora sì. cioè, c'è di meglio, se uno proprio deve scegliere. prima no, era un angelo.

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