sabato 11 maggio 2013

Pacificazione

Poco dopo l'emissione della sentenza di condanna (per Silvio Berlusconi) nel processo Mediaset, Mariastella Gelmini ha dichiarato che la decisione dei giudici "non aiuta il clima di pacificazione che dovrebbe instaurarsi tra le forze politiche"
Premesso che appartengo alla schiera di quelli che non hanno voluto fare dell'antiberlusconismo l'unica (e nemmeno la più feroce) battaglia di ciò che rimane della sinistra, ammetto che stavolta la sortita del paladino di turno di re Silvio mi ha alquanto sorpreso. C'è qualcosa di nuovo in questa dichiarazione. Già, perché io, come tanti altri, sono stato "formato" in maniera diversa. La tesi "basta perseguitare B.!", finora, si basava su due argomentazioni principali: 1) la magistratura vuole abbattere B. perché gli avversari politici non riescono a batterlo sul campo 2) bisogna guardarsi dal procedere contro uno che ha il consenso di dieci milioni di elettori.
Entrambe hanno trovato peraltro, anche stavolta, puntuale espressione nelle parole di Schifani e Santanchè.
L'ex Ministro della Pubblica Istruzione ha inaugurato invece un percorso nuovo, in linea con il percorso politico "nuovo" sancito dal governo di larghe intese. In sostanza si sostiene che le sorti dei processi contro B. determineranno in maniera diretta le sorti del Governo. Nelle ultime ore, tiepide smentite hanno provato a smontare quest'assunto. Il Pd, dal canto suo, tace. Eppure avrebbe parecchio da dire.
Provo a suggerire un paio di obiezioni: 1) far dipendere le sorti del governo dall'esito di un processo significa sovrapporre, anzi intersecare, due poteri indipendenti (giudiziario ed esecutivo), contraddicendo così quella stessa dialettica della "garanzia" che negli ultimi anni è stata più volte invocata dall'entourage di B. 2) questo governo è stato costruito per salvare il paese dalla catastrofe, dunque legare il mandato di Letta all'esito dei processi di B. equivale ad anteporre interessi personali al benessere della collettività.
Per carità, io non direi mai niente del genere, ma a sinistra non hanno ancora imparato che ogni affermazione risparmiata è un'affermazione regalata all'avversario. 

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