domenica 28 aprile 2013

Di quale "scopo"?


Berlusconi - dicono - può far cadere la “creatura” quando vuole, senza nemmeno sporcarsi la faccia. Eppure, in fondo, non gli conviene, almeno nel breve periodo. La disponibilità di re Silvio nei confronti del Pd (e del Pd nei confronti del Pdl) ha le sue ragioni politiche: l’obiettivo numero uno è disinnescare Grillo, il grande spettro della sinistra e della destra italiane. Sfidandolo proprio sul terreno dell’inciucio. Serve dimostrare alla gente che ciò che l’immaginario collettivo identifica ormai come “irrimediabilmente marcio” forse può fare qualcosa di buono. Volti nuovi, molte donne, età media bassa, un ministro di colore: tutto contribuirà a riavvicinare “il popolo” ai due grandi partiti nazionali. Ovviamente serviranno anche buoni provvedimenti e un allentamento della morsa in cui ci tiene stretti la crisi. Per questo bisognerà bussare all’Europa. Assunzioni, crediti alle imprese, abbassamento della pressione fiscale: tutto ciò potrebbe cancellare il M5S dai cartelloni elettorali, al prossimo giro.
Il Pd - dicono - è molto più “esposto” del Pdl, per la natura per così dire più “esigente” del suo elettorato, che mal digerisce l’accordo. Vero; e per aggirare questo problema, la soluzione è fin troppo semplice: scindere il Partito Democratico, con una parte che resta al governo ed una che va all’opposizione. 

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