Al momento solo uno scandalo (giudiziario?) ai danni di
Grillo o di qualcuno del suo entourage potrebbe salvare destra e sinistra dall'impatto con una forza politica che altrimenti darà filo da torcere (nessuna metafora bersaniana potrebbe essere più azzeccata) per un bel po’. Comunque
vadano le trattative per la formazione del governo, infatti, sarà un successo
per Grillo. Se Pd e Pdl trovassero l’accordo, Grillo aspetterebbe pazientemente
il ritorno alle urne per prendersi una vittoria ancora più clamorosa. Se invece
il M5S sosterrà la coalizione Pd-Sel, certamente imporrà condizioni irrinunciabili e farà in
modo da presentarsi, domani, al suo elettorato nelle vesti di chi ha dettato la
linea. I media ci dicono che la base del Movimento Cinque Stelle sarebbe
favorevole alla collaborazione con la sinistra, sul modello di quanto già
avviene in Sicilia. Tra le file del blogger, insomma, ci sarebbe una minoranza
“rivoluzionaria” e una maggioranza “riformista”. Dialogare a colpi di buone
maniere con la sinistra potrebbe servire a pescare, in futuro, anche fra coloro
che non se la sono sentita di concedere a Grillo l’onore della preferenza, e
che però potrebbero cambiare idea se si convincessero che egli non è il
sanguinario di cui parlano gli intellettuali chic in televisione, ma
semplicemente un uomo di rottura concentrato sui contenuti e deciso a cambiare
il paese. Insomma il “grillismo” ha espresso soltanto in parte il suo
potenziale elettorale: a differenza di quanto avviene ai partiti tradizionali,
però, sembra essere immune alla regola per cui se prendi a destra perdi a
sinistra, e viceversa.
Sono completamente d'accordo! :-)
RispondiEliminaPer tacere dell'appello lanciato dagli "intellettuali" di Repubblica agli "amici" del M5S: il più classico degli autogoal!
RispondiElimina