Ho sempre amato i muri “imbrattati”. Anche quando chi li
imbratta, evidentemente, non è un artista.
Dunque non mi piacciono soltanto quelli
dei palazzacci di periferia, trasformati dall’arte meravigliosa dei murales; ma
anche quelli dei palazzi storici del centro, soprattutto quando sono "sporcati" dai rigurgiti di qualche vaga protesta.
Ieri passeggiavo con un amico per via Zamboni – non lo facevo da tempo: sia passeggiare con quest'amico, sia passeggiare per via Zamboni – e mi sono imbattuto in una scritta interminabile, sul fianco intonacato dell’Oratorio di Santa Cecilia: «la legge è illegale», ho letto, sorridendo di gusto.
Poi, procedendo più avanti sullo stesso lato della strada, ho trovato questo: qualcuno, evidentemente, più che aver voglia di lasciare un segno di qualcosa, ha avuto l’arroganza insopportabile di cancellare il segno di qualcun altro.
Ieri passeggiavo con un amico per via Zamboni – non lo facevo da tempo: sia passeggiare con quest'amico, sia passeggiare per via Zamboni – e mi sono imbattuto in una scritta interminabile, sul fianco intonacato dell’Oratorio di Santa Cecilia: «la legge è illegale», ho letto, sorridendo di gusto.
Poi, procedendo più avanti sullo stesso lato della strada, ho trovato questo: qualcuno, evidentemente, più che aver voglia di lasciare un segno di qualcosa, ha avuto l’arroganza insopportabile di cancellare il segno di qualcun altro.
Nessun commento:
Posta un commento