martedì 19 febbraio 2013

Negozi imbarazzanti: il ferramenta (2)


Soddisfazione di bisogni non necessari, dicevo. Che dovrebbero rendere più facile la tua vita (in effetti spesso lo fanno), ma che allo stesso tempo provocano la “sindrome del guanto”. Si tratta di una particolare turba psichica, che ti spinge a credere che ogni cosa debba essere rivestita e custodita in un contenitore. Negli anni ho comprato di tutto: il porta-sacchetti, il porta-sapone per i piatti, il porta-spugna per i piatti da appiccicare alle piastrelle (che puntualmente viene giù lasciando residui di silicone dappertutto). Per non parlare degli utensili da cucina: il trita-formaggio a pile o a manovella (che produce pallotte, non polvere di parmigiano); l’affetta-verdure con lame diferrenziate (diffidate da questo aggeggio: vi rimarrà sempre un quarto di zucchina da affettare col coltello, se non volete perdere le falangi); il raccogli-briciole manuale che, più che raccogliere briciole, le sposta. Per non parlare dei recipienti da sale, zucchero e caffè, fatti apposta perché ti rimanga un po’ di sale, zucchero o caffè nella confezione che hai acquistato. Questi sono solo alcuni dei più probabili incidenti di percorso in cui si imbatte chi si ritrova d’un tratto a vivere da solo. Tuttavia, la macchina più perversa che sia mai passata dalle mie mani resta quella: l’asciuga-insalata. Una minilavatrice in cui dovresti prima sciacquare e poi centrifugare l’insalata, come se a servirla in tavola spruzzata d’olio, d’aceto e anche di un po’ d’acqua si commettesse chissà quale gravissimo sacrilegio. Quando ero arrivato quasi al punto di guarire dalla “sindrome del guanto”, sono passato, senza volerlo, dalla padella alla brace, ovvero dal ferramentismo nomade al ferramentismo sedentario: ho detto basta alle giornate perse a ridosso della tangenziale, per capannoni enormi, freddi e anonimi. Ma ho trovato un piccolo negozio di ferramenta vicino casa. Anzi è lui che ha trovato me. Ed è diventato il mio piccolo santuario quotidiano. 

Nessun commento:

Posta un commento